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Mangione, tra cronaca e interpretazioni

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Il 19 novembre Kathleen Mangione presenta una denuncia al Dipartimento di polizia di San Francisco perché suo figlio, Luigi Mangione, 26 anni, è irreperibile. Non è chiaro perché si sia rivolta alle forze dell’ordine di quella città, essendo un’agiata famiglia del Maryland: forse perché lì stavano dei parenti; forse perché in passato Luigi aveva lavorato all’università di Stanford; o forse perché riteneva che lì lavorasse ancora.
Il suo ultimo indirizzo noto era a Honolulu dove però non sono state depositate segnalazioni di scomparsa del giovane. Risulta solo una multa di 100 dollari a suo carico per essere entrato in un’area interdetta di un parco. E i suoi amici delle Hawaii, dove viveva in un scintillante centro di co-living e co-working, dicono di averlo perso di vista intorno all’estate scorsa.

Kathleen Mangione, stando alla denuncia, non sente il figlio dal primo luglio, e riferisce che Luigi lavorava per TrueCar, una startup che promette di rivoluzionare la compravendita di auto, che aveva una sede secondaria a 124 New Montgomery Street di San Francisco, sede che appariva permanentemente chiusa. In verità, TrueCar, con gli uffici principali a Santa Monica, ha specificato che dal 2023 Mangione non era più un dipendente. E, secondo altri resoconti, avrebbe lavorato per l’azienda, nel team di engineering e data analytics, dalle Hawaii.

La madre non avrebbe raccontato di alcuna minaccia specifica o di altre ipotesi sulla scomparsa del figlio e avrebbe detto di non sapere quali fossero i luoghi frequentati in città dallo stesso. Sui suoi profili social la scorsa estate c’erano post (alcuni cancellati) lasciati da amici che si chiedevano dove fosse finito.

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