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Come è cambiato il senso della bellezza in 200 anni

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La mostra Deep Beauty. Il dubbio della bellezza, in corso al Mudec di Milano dal 5 aprile al 25 maggio 2025, ripercorre l’evoluzione del concetto di bellezza negli ultimi duecento anni. Ne parla Il Giornale dell’Arte.
Attraverso sei sezioni (Trasfigurazioni, Incanti, Vertigini, Labirinti, Nuovi Mondi e Artifici), circa sessanta celebri fotografi offrono la loro interpretazione della bellezza, dal periodo ottocentesco fino alle immagini create con l’Intelligenza Artificiale.

L’esposizione non segue un criterio cronologico e include opere di artisti del calibro di Elliott Erwitt, Helmut Newton, Man Ray, Cindy Sherman e Mario Testino. Il percorso presenta fotografie, installazioni e videoinstallazioni, evidenziando come la riproduzione delle immagini abbia influenzato gli ideali estetici nel tempo.

L’interrogativo chiave della mostra è: Esiste davvero un ideale universale di bellezza?

Attraverso una selezione di oltre sessanta capolavori – nel campo delle arti visive dalla fotografia alla video art fino all’impiego dell’intelligenza artificiale – di grandi artisti come, tra gli altri, Marina Abramović, David Hockney, Michel Comte, David LaChapelle, Michelangelo Pistoletto, Helmut Newton, e Robert Mapplethorpe, l’esposizione presenta un excursus sul tema dell’evoluzione del concetto di bellezza.
Le opere sono inserite all’interno di un percorso diviso in sei sezioni – Trasfigurazioni, Incanti, Vertigini, Labirinti, Nuovi Mondi, Artifici – che esplorano le declinazioni della bellezza e delle sue trasformazioni contemporanee, dall’inizio del XX secolo ad oggi.


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