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I fumettisti italiani hanno invaso il mondo

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Andrea Fiamma per Fumettologica analizza l’impatto dei fumettisti italiani nel panorama internazionale del fumetto, con particolare attenzione agli Stati Uniti e alla Francia.

Secondo Fiamma dal 2000 in poi, gli autori italiani sono diventati fondamentali per editori come Marvel Comics, rappresentando fino al 32,8% dei disegnatori di alcune pubblicazioni. Oltre alla Marvel, molti fumettisti italiani lavorano per DC Comics, Image Comics e altri editori statunitensi. In Francia, sono protagonisti di opere grafiche e seriali, mentre recentemente, anche l’industria giapponese dei manga ha iniziato a includere autori italiani, cosa che era più rara nel passato.

Nel giugno 2010, su 96 nuove uscite di Marvel Comics, 12 erano state prodotte da italiani (16 disegnatori in tutto), cioè il 12,5%. Andando ancora più indietro, nel giugno 2004 la percentuale scendeva al 4,6%, cioè 3 testate (e 3 autori) sulle 66 totali di quel mese. E quattro anni prima, nel giugno 2000, nessuna delle 43 testate pubblicate da Marvel era firmata da un italiano. È una percentuale che varia di mese in mese (a giugno 2024 si assestava al 26,3%, a gennaio 2025 al 31,5%), ma che difficilmente scende sotto il 25%. Sono ormai oltre un centinaio i disegnatori italiani (ma anche inchiostratori, coloristi e, in minor misura, sceneggiatori) che hanno lavorato o lavorano per Marvel Comics, per non parlare di quelli che collaborano con il resto degli editori statunitensi, DC Comics, Image Comics, IDW Publishing, Dark Horse Comics, Boom! Studios, Valiant, Titan Comics e altri. La lista di nomi che occupano ruoli di primo piano all’estero si allunga ancora di più quando si guarda a Francia e Giappone.

L’autore ritiene che la cultura visiva italiana, influenzata dalla millenaria tradizione artistica del paese, e la biodiversità editoriale avrebbero preparato i fumettisti italiani a lavorare in contesti internazionali. Inoltre Fiere come Lucca Comics & Games sono risultate fondamentali per il networking e Internet ha reso più facile per i fumettisti italiani mostrare il proprio talento agli editori stranieri.


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