Zoosparkle/Willy Guasti, in un video della durata di circa 30 minuti sul suo canale Youtube, ci racconta molti fatti interessanti sui nemici numero uno dell’estate in montagna, e non solo. Inoltre, con l’aiuto di Andrea Boscherini, naturalista e divulgatore, ci spiega i migliori metodi per evitare di prenderle e, nello sfortunato caso ci abbiano punto, come rimuoverle.
Prima di tutto:
cosa sono le zecche?
(Niente parolacce, fate i bravi)
Prima di tutto una piccola precisazione: le zecche non sono insetti.
Sono aracnidi, cugini dei ragni, degli scorpioni e di un sacco di altri animali con cui la gente, in genere, non ama avere a che fare. Sono anche i più grossi acari che conosciamo: le femmine, dopo il pasto di sangue, possono arrivare a misurare fino ad un centimetro.
Sono ectoparassiti ematofagi, cioè parassiti che stanno al di fuori dell’ospite e si nutrono del suo sangue. Le zecche fanno compagnia, parassitandoli, agli animali a sangue (più o meno) caldo da parecchio tempo, almeno 100 milioni di anni. Sono state infatti trovate zecche fossili in ambra, e gli studi effettuati hanno riscontrato come queste antiche zecche parassitassero dei dinosauri aviani, i progenitori degli attuali uccelli.
La loro abitudine di nutrirsi del sangue dell’ospite fa si che le zecche siano ottimi veicoli per trasferire diversi patogeni fra specie diverse, ma forse la cosa più bizzarra che potrebbe capitare è che, dopo una puntura di zecca, si diventi allergici alla carne di mammifero:
una particolare zecca americana che si chiama zecca stella solitaria Amb. americanum chiamata così per la macchia bianca sul dorso rossiccio, che con la sua puntura potrebbe anche rendervi allergici alla carne. Infatti può provocare la sindrome alfa-gal una condizione che può scatenare nei soggetti colpiti una forte reazione allergica all’alfa-gal che è un carboidrato presente nei mammiferi, primati esclusi. La zecca lo assume dai mammiferi ai quali succhia il sangue trasferendolo poi all’ospite insieme alla saliva quando si nutre e quindi questo fa indurre la produzione di anticorpi e venendo esposti in questo modo a questa molecola si può sviluppare allergia alla carne di mammifero
In Italia, gran parte d’ Europa e in alcune regioni montuose dell’Africa del nord la zecca più diffusa è quella della specie Exodes ricinus che, a partire dal periodo primaverile, è il maggiore problema per gli esseri umani quando si fanno passeggiate, in montagna ma anche nelle campagne in pianura.
anche lei a proposito è nota per causare la sindrome dell’alfa-gal, quella quella della carne
Ma come evitare di prendersi una (o più, ahimè) zecche durante una bella escursione? Andrea Boscherini ci spiega che il principale metodo per ridurre il rischio di trovarsi una di quelle simpaticissime bestioline addosso al nostro rientro è questo:
spruzzarsi del repellente […] l’unica cosa che funziona effettivamente sono i prodotti di sintesi. È ovvio che anche quelli devono essere spruzzati non una sola volta al giorno, cioè non la mattinata prima di partire e poi basta, ma andrebbero in realtà spruzzati più volte, soprattutto se passiamo in zone di erba alta e ricche di umidità che quindi possono poi nel tempo togliere appunto il repellente dai nostri vestiti
Un secondo metodo efficace è preferire abiti in colori chiari, che permettono l’immediata individuazione della zecca, possibilmente aderenti per impedire che queste possano dare la scalata alla pelle.
E se, invece, ci hanno punto?
ma se tornando a casa nonostante i metodi preventivi dovessimo trovare una zecca conficcata alla nostra pelle come dobbiamo comportarci? In realtà è piuttosto semplice bisogna fare un’unica cosa […] bisogna semplicemente prendere una pinzetta avvicinarla più possibile alla testa della zecca, senza premere l’addome, e tirare. Basta. Non serve ruotare perché in realtà si facilita la rottura del rostro conficcato nella pelle e non serve utilizzare oli, saponi, alcol e altre sostanze profumate per far sì che la zecca fuoriesca perché questo qui in realtà non facilita l’estrazione dell’animale anzi potrebbe provocare un suo potenziale rigurgito: siccome il pericoloso morbo di lime o borelliosi si trova all’interno dell’addome andando noi appunto a utilizzare questi oli essenziali alcool profumi potremmo essere noi la causa della stessa infezione


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