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Peter Thiel e l’Anticristo

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Un articolo di Valigia Blu del 18 ottobre, dal titolo “Peter Thiel, i tech bro, Trump e l’Anticristo” ci racconta come Peter Thiel, miliardario della Silicon Valley e figura controversa della politica americana, abbia recentemente tenuto una serie di conferenze private in cui ha parlato dell’“Anticristo”.

Non si tratta di un riferimento religioso in senso stretto, ma di una metafora che Thiel usa per descrivere un futuro distopico: un mondo dominato da un governo globale centralizzato, che sfrutta la paura (del cambiamento climatico, dell’intelligenza artificiale, della guerra nucleare) per giustificare sorveglianza e controllo.

Secondo Thiel, l’unico modo per contrastare questo scenario è il katechon, un concetto teologico che lui reinterpreta come la forza che frena l’Anticristo. In pratica, per lui significa mantenere un mondo frammentato, fatto di Stati nazionalisti e di un’accelerazione tecnologica senza freni. È un’idea che rispecchia la visione libertaria dei tech bro: meno regole, più innovazione, anche se rischiosa.

Il testo mette in evidenza le contraddizioni di Thiel. Da un lato denuncia i pericoli della sorveglianza globale, dall’altro è il fondatore di Palantir, una delle aziende che più hanno contribuito a sviluppare strumenti di controllo e analisi dei dati per governi e agenzie di sicurezza. Inoltre, la sua retorica apocalittica si intreccia con riferimenti filosofici e religiosi: da René Girard prende l’idea che i social media amplifichino il desiderio mimetico e quindi la rivalità, accelerando l’Apocalisse; da Carl Schmitt la visione della politica come conflitto tra amici e nemici, e la diffidenza verso istituzioni sovranazionali come ONU e UE.

Sul piano politico, l’articolo ricorda il sostegno di Thiel a Donald Trump e a figure come JD Vance, e sottolinea come il suo discorso sull’Anticristo si inserisca nel clima del nazionalismo cristiano e della battaglia contro la regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

Di Peter Thiel parla anche un articolo del The San Francisco Standard, dal titolo “I’m a priest. Here’s why you should reject Peter Thiel’s Antichrist talk” firmato dal reverendo Kevin Deal, nel quale il reverendo critica duramente le conferenze di Peter Thiel sull’“Anticristo”, accusandolo di usare in modo cinico e distorto il linguaggio cristiano per fini politici ed economici, in contrasto con i valori autentici di Gesù.

Il reverendo accusa Thiel di cinismo: invece di testimoniare l’amore di Dio, sfrutta la retorica cristiana per dare forza alle sue idee e provocare paura. In realtà, osserva Deal, le vere minacce non sono quelle che Thiel individua, ma piuttosto la sorveglianza di massa, le disuguaglianze economiche, la violenza normalizzata e il linguaggio incendiario che circola sui social.

La conclusione è un invito diretto: Thiel dovrebbe “incontrare Gesù”, non come figura astratta, ma come uomo radicale e marginale, amico dei poveri e degli oppressi. Solo così potrebbe comprendere che il cristianesimo non è un’arma retorica, ma un messaggio di amore e liberazione.

Ultimo riferimento al miliardario che “mette in guardia contro l’Anticristo” viene da un articolo del The Guardian dal titolo “Inside tech billionaire Peter Thiel’s off-the-record lectures about the antichrist“. L’articolo racconta come Peter Thiel, noto investitore e cofondatore di PayPal, abbia tenuto una serie di conferenze in cui ha usato il concetto di “Anticristo” come metafora per criticare la cultura contemporanea, la tecnologia e la politica americana.

Pur essendo un grande investitore nel settore, Thiel ha messo in guardia contro l’uso distorto dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme digitali, che secondo lui rischiano di rafforzare un potere centralizzato e omologante. Nell’articolo si sottolinea come le sue parole abbiano un chiaro sottotesto politico, con attacchi impliciti alle élite progressiste e al sistema istituzionale americano. Le conferenze hanno diviso il pubblico. Alcuni hanno visto in Thiel un pensatore originale che solleva questioni profonde, altri lo hanno accusato di usare un linguaggio apocalittico e di alimentare teorie complottiste.

In sintesi, il Guardian descrive un Thiel che usa la figura dell’Anticristo non in senso religioso letterale, ma come strumento retorico per denunciare ciò che percepisce come la decadenza morale e culturale dell’Occidente.

Come gli altri articoli già citati in questa carrellata, anche questo mette in luce il carattere provocatorio e divisivo delle posizioni del miliardario statunitense.


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