Su suggerimento di @Mambombuti e @valerrima

 

Lo scrittore Andrew Solomon ci porta negli angoli più bui della sua mente durante gli anni in cui lottava con la depressione. E di come, iniziando a scriverne, gli altri hanno iniziato a parlargli delle proprie esperienze, scoprendo che la depressione è il segreto di famiglia di ognuno di noi.

“Sentivo un funerale nel cervello, e i dolenti avanti e indietro andavano, andavano finché sembrò che il senso fosse frantumato. E quando tutti furono seduti, una funzione, come un tamburo batteva, batteva, finché pensai che la mente si fosse intorpidita. E poi li udii sollevare una cassa e cigolare di traverso all’anima con quegli stessi stivali di piombo, ancora, Poi lo spazio iniziò a rintoccare, come se tutti i cieli fossero una campana e l’esistenza, solo un orecchio, ed io, e il silenzio, una razza estranea naufragata, solitaria, qui. E poi un’asse nella ragione si spezzò, e caddi giù, e giù, e urtai contro un mondo a ogni tuffo e finii di sapere allora.”

Sullo stesso argomento, ma con un differente metodo comunicativo @valerrima segnala il libro di Allie Brosh (qui una recensione),  tratto dal blog illustrato creato dall’autrice per raccontare se stessa, la sua infanzia, e poi la depressione.

 

Immagine “La Leocadia”, Francisco Goya [Public domain], via Wikimedia Commons