Su segnalazione di @Orgo.
IBM punta (quasi) tutto sul riuscire a costruire nuove architetture di calcolo, molto più simili al funzionamento dei sistemi cognitivi presenti in natura. In una serie di articoli (ecco il primo e il secondo) piuttosto esplicativi, l’MIT technology review prova a spiegare qual è veramente la posta in gioco, e quali sono gli ostacoli da superare.
A new kind of computer chip, unveiled by IBM today, takes design cues from the wrinkled outer layer of the human brain. Though it is no match for a conventional microprocessor at crunching numbers, the chip consumes significantly less power, and is vastly better suited to processing images, sound, and other sensory data.
Immagine da pixabay.
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