un sito di notizie, fatto dai commentatori

Luigi Di Maio, Maria Elena Boschi e le banche del territorio

30 commenti

Su suggerimento di @Andrea A., @Brisso, @Lowresolution.

Il vicepresidente della Camera ha raccontato a Otto e Mezzo i motivi della mozione di sfiducia presentata dal MoVimento 5 Stelle nei confronti del Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi.  Alessandro D’Amato, seppur in un articolo leggermente di parte, smonta la narrazione del vicepresidente della camera del M5S relativa al caso del fallimento delle quattro banche di cui si parla da giorni.

Dietro il salvataggio delle quattro banche c’è il sogno tutto italiano della piccola banca vicina al territorio, che raccoglie e investe nel territorio. Come spiega Beniamino Piccone sul Sole24 Ore con questa retorica sono stati giustificati investimenti clientelari e pasticci finanziari dove interessi dei creditori, dei debitori e degli azionisti si intrecciavano pericolosamente con i risultati che oggi conosciamo. Nell’era digitale le banche del territorio non hanno alcun senso. Serve un profondo cambiamento di sistema.

In Italia improvvisamente la gente scopre che le banche possono fallire. Come tutte le società di capitali, anche gli istituti di credito possono, se gestiti male, chiudere baracca e burattini. […] Ecco. Ci siamo. Siamo arrivati alla parola chiave, “territorio”. Per anni i peggiori banchieri italiani si sono trincerati dietro questa espressione per coprire le loro malefatte, i finanziamenti ad “amici degli amici”, senza uno straccio di garanzia, una seria analisi del merito di credito. Mentre in pubblico, ai dibattiti, i banchieri locali diffondevano il verbo del sostegno all’economia del “territorio”, in realtà venivano finanziate operazioni immobiliari di dubbia qualità che spesso raggiungevano fino al 40% degli impieghi totali della banca. Su 6,77 miliardi di impieghi, Banca Etruria ha il 32% di crediti deteriorati (2,88 miliardi), un record poco invidiabile.

 

Immagine da Wikimedia Commons


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.