Di questi tempi, a Strasburgo e a Bruxelles, c’è una sola certezza: la domanda sulla situazione dell’Italia alle conferenze stampa dei leader politici. Spesso viene posta da giornalisti italiani in cerca di un virgolettato incisivo, ma la curiosità sembra essere contagiosa, come si dice. «Come fa Savona di nome?» si informa uno spaesato giornalista olandese poco prima di incrociare il controverso ministro italiano in visita al Parlamento Europeo. È la storia del momento anche per i commissari europei: sollecitati un po’ dalla chiacchiera e un po’ dalla preoccupazione, chiedono con insistenza che il governo italiano faccia meno debito di quanto previsto nelle ultime stime e che provi a tenere i conti in ordine.
L’articolo continua su Konrad parlando del referendum macedone, della visita di Paolo Savona a Bruxelles, di spie russe e del negoziato per la Brexit.
La newsletter Brussels Playbook parla, oltre che della Brexit, anche di limiti alle emissioni di CO2 e della possibilità che Macron si unisca al gruppo dell’ALDE.
The Council compromise on new CO2 levels for cars — despite being quite a bit higher than the German government wanted — is “acceptable from my point of view,” Chancellor Angela Merkel pronounced. Now that’s quite a different tune to the one she was singing five years ago, when she picked up the phone to stop a compromise that seemed harmful to the German car industry.
[…]THE LIBERAL CONUNDRUM: Will Emmanuel Macron really join ALDE? There’s a tentative deal between the French president and liberal Dutch Prime Minister Mark Rutte to join forces, David Herszenhorn and Maïa de la Baume report in this juicy scoop. Operatives who described the plan said the parties in the coalition would campaign around a common platform, or in a joint venture. In blunter terms, they’re looking for an overlap of issues dear to all of them, such as the rule of law, and ignoring their differences in economic and fiscal policies. Open question: What to do with the Hof.
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