A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Secondo un’inchiesta del New York Times, il paramedico volontario Razan al-Najjar, colpita a morte da un cecchino israeliano lo scorso giugno mentre nella Striscia di Gaza infuriava la protesta battezzata “Marcia del Ritorno”, sarebbe stata uccisa nonostante non costituisse una seria minaccia per la sicurezza dell’esercito israeliano. Ne parla un articolo di Valigia Blu.
Il primo giugno scorso, durante le proteste del venerdì contro il blocco israeliano lungo la Striscia di Gaza, veniva uccisa Razan al-Najjar. Aveva solo 21 anni ed era un paramedico volontario. Stava cercando di avvicinarsi a un ferito steso a terra quando è stata colpita da un cecchino israeliano. Insieme a lei quel giorno sono stati uccisi altri tre palestinesi. Da allora, Razan è diventata un altro simbolo del lungo conflitto tra Israele e Palestina lungo la Striscia di Gaza. Di fronte alle accuse di Nazioni Unite e associazioni che difendono i diritti umani, Israele ha detto che l’omicidio di Razan non è stato voluto, che i soldati israeliani sparano solo come ultima possibilità e il vero obiettivo erano dei manifestanti che stavano cercando di violare la barriera che divide Gaza da Israele, ma un’inchiesta del New York Times mostra il contrario.
Immagine da Wikimedia.
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