a cura di Perodatrent

Una delle verità auto-evidenti è che un mucchio di persone crede un mucchio di assurdità, come che il cambiamento climatico non esista, che la Brexit sia una idea saggia… Al contrario, una delle verità più difficili da accettare è che anche tu -proprio tu, fra tutti- possa cadere negli stessi errori.

Questo, così come riportato da un articolo del Guardian, è il succo di anni di ricerca nel comportamento noto come “ragionamento motivato”: tutti noi usiamo il ragionamento non per arrivare alla verità, ma per varie altre ragioni: persuadere gli altri che noi abbiamo ragione, compiacerci dell’appartenenza ad una tribù, ridurre la sgradevole sensazione che ci dà la differenza tra la realtà e le nostre credenze.

Una forma particolarmente subdola di questi atteggiamenti è descritta come “avversione alla soluzione”: noi giudichiamo che un problema sociale è degno di attenzione in base a quanto la soluzione proposta ci piace.

Questo atteggiamento è illogico: il fatto che odiate un aumento delle tasse per finanziare il servizio sanitario nazionale non dovrebbe avere a che vedere con il riconoscimento che il servizio non funziona bene. Eppure, in un esperimento fatto su persone americane che erano a favore di leggi più rigide sul possesso di armi, se si suggeriva che renderne facile il possesso abbassa il numero delle irruzioni in casa per rapina, le stesse persone giudicavano il problema meno importante. Mentre giudicavano importante il problema se erano informati che la sua soluzione imponeva di rendere difficile possedere armi.

… motivated reasoning ultimately offers grounds for hope. After all, if the other side’s refusal to engage with the facts is explained by sheer stupidity, or by evil, there’s no way forward. On the other hand, if it’s the unfortunate result of an eminently relatable response to feeling afraid, at least there’s a shared starting point from which we might reach more understanding.

 

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