Un articolo di Sebastian Purcell, professore assistente di filosofia a New York, dove si occupa anche di storia, condizioni sociali, globalizzazione, giustizia e filosofia latinoamericana, spiega cosa possono insegnarci gli Aztechi sulla felicità e sulla serenità, considerando seriamente l’idea che fare qualcosa di utile, forse, è più importante che goderne.

Quanti di voi vogliono essere felici nella vita? Chiedo. Tutti alzano la mano. Sempre. Quanti di voi hanno intenzione di avere figli? Quasi tutti alzano di nuovo la mano.
[…] Poi espongo la tesi che avere figli rende la maggior parte delle persone più miserabili, e che il loro senso di benessere ritorna ai livelli precedenti solo dopo che l’ultimo figlio ha lasciato la casa. Quanti di voi vogliono ancora dei figli? Io dico. Forse è solo ostinazione, ma le stesse persone che volevano essere felici alzano ancora le mani.”
I miei studenti rivelano qualcosa che gli Aztechi precolombiani sapevano bene. Dovresti smettere di cercare la felicità, perché non è proprio quello che vuoi. Non pianifichiamo la nostra vita intorno a stati emotivi elevati. Quello che vogliamo sono vite che valgono la pena, e se dobbiamo fare sacrifici per questo, allora tanto peggio per la “felicità”.

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