Un articolo su Not parla del libro Introfada, di Hamja Ahsan.
È innanzitutto un manifesto: una «chiamata alle armi» rivolta agli introversi, agli appartenenti allo spettro autistico, ai timidi, ai reclusi, a tutti i reietti e agli esiliati (volontari o meno) dal palcoscenico estroverso del mondo. Lo stesso termine «mondo», d’altronde, è il prodotto di una secolare cultura di matrice estroversa. Nel pensiero occidentale moderno e proto-moderno, il mondo è ciò che è pulito, ordinato e ammirevole, ma anche ciò che è illuminato e rischiarato dal sole, posto dinanzi a tutti, in totale visibilità. Una tradizione filosofica legata all’universalismo dei bisogni, dei desideri e delle forme di vita, ma anche all’apparire e all’«essere-nel-mondo» come sinonimi di esistenza ‒ in opposizione al pensiero introverso, intimista ed essenzialista che aveva connotato buona parte della filosofia greca e della scolastica medievale (elaborazioni nelle quali l’accademia, il giardino, l’eremo e il monastero hanno rappresentato dei veri e propri nodi di resistenza politica ed esistenziale).
Immagine da Flickr.
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