Cosa prevede la riforma delle pensioni voluta da Macron e quali sono le ragioni alla base delle partecipate e durature mobilitazioni contro la stessa cominciate nel dicembre scorso? A queste domande prova a rispondere un articolo di Filippo Ortona pubblicato su Valigia Blu.
“In termini di durata, l’attuale contestazione ha già battuto tutti i record dal maggio 1968”: basterebbe questo incipit del quotidiano Le Monde del 16 gennaio per dare una misura dell’ampiezza del movimento di opposizione alla riforma delle pensioni voluta dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron.
Ma non è solo la durata a determinare l’eccezionalità degli scioperi francesi di questi mesi, iniziati il 5 dicembre con il blocco pressoché totale dei trasporti, durati più di un mese. A far riflettere, è soprattutto la diversità e il numero dei settori professionali coinvolti.
Scuola e università, sanità pubblica, tribunali, avvocature, centrali elettriche e nucleari, raffinerie, enti pubblici e privati di vario tipo, studenti, pompieri. Ogni giorno, un nuovo settore della società sembra convergere verso il movimento contro la riforma delle pensioni. Anche i giornalisti sono scesi in piazza aderendo apertamente allo sciopero sindacale.
Immagine da Wikimedia.
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