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AI Act, l’Europarlamento tiene

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Il 14 giugno il Parlamento Ue ha approvato le modifiche alla bozza del regolamento noto come Artificial Intelligence Act o AI Act. Con 499 voti a favore, 28 contro e 93 astensioni, e una coalizione composta da Socialisti e Democratici, Democratici Cristiani del PPE, liberali di Renew e Verdi, l’approvazione del regolamento entra dunque nella sua fase finale, cioè nei successivi triloghi tra Parlamento, Consiglio e Commissione, per arrivare a un’approvazione definitiva prima delle elezioni europee del giugno 2024 (e un’entrata in vigore effettiva prevista attualmente per il 2026) (qui gli emendamenti approvati, qui la proposta di regolamento).

Ma il dato fondamentale è quale testo abbia ricevuto l’imprimatur degli europarlamentari. Che malgrado diverse pressioni (incluse quelle da Oltreoceano), le richieste in senso più sicuritario della Commissione e l’intervento negli ultimi giorni di membri del centrodestra del partito popolare europeo (PPE) che volevano fare concessioni sul riconoscimento facciale, ha tenuto il punto su una serie di questioni fondamentali.

Perché nella formulazione attuale restano vietati:

– i sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico;
-i sistemi di identificazione biometrica a distanza “a posteriori”, con l’unica eccezione delle forze dell’ordine per il perseguimento di reati gravi e solo previa autorizzazione giudiziaria;
– i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (ad esempio, sesso, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico);
– i sistemi di polizia predittiva (basati su profili, ubicazione o comportamenti criminali passati);
–  i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni scolastiche;
– lo scraping non mirato di immagini facciali da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).

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