Su suggerimento di @Ergosfera e @Mambombuti.
Non c’è solo il ritmo circadiano: anche i cicli stagionali influiscono sulle capacità cognitive, modificando il tipo di funzioni di base maggiormente utilizzate. L’importanza dei cicli circadiani (giornalieri) è ampiamente provata per la maggior parte degli organismi, inclusi gli esseri umani, ma per quanto riguarda l’influsso delle variazioni stagionali, a fronte di una ricca letteratura su molti animali, la ricerca sulla nostra specie è stata abbastanza scarsa. Finora è stata dimostrata solo una certa stagionalità nei cambiamenti dell’umore, tanto che alcune persone soffrono del cosiddetto disturbo depressivo stagionale.
Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Liegi e pubblicato sui “Proceednigns of the National Academy of Sciences” sembra aver dimostrato che esistono ritmi biologici annuali che influenzano l’attività cerebrale, e in particolare i processi cognitivi. Questi ritmi non alterano però le prestazioni cognitive finali ma si limitano a modificare il tipo di risorse usate dal cervello per affrontare e risolvere i problemi. Un articolo di Le Scienze.
Immagine da pixabay
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