Bojan Pancevsky su Wall Street Journal descrive come i tedeschi stanno reagendo alla nuova autobiografia di Angela Merkel, Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 2005 al 2021, e dire che sia poco calorosa sarebbe un eufemismo.
A lungo celebrata come una grande statista e fautrice di storici compromessi che hanno garantito la sua longevità politica, la sua reputazione presso l’opinione pubblica e gli esperti è però evaporata in meno di un lustro dalla fine della sua carriera. L’ex Cancelliere ha provato a difendere il suo operato nel suo nuovo libro, “Libertà”, in cui ha rivendicato le sue scelte principali, come l’apertura all’immigrazione in nome di un imperativo umanitario o la costruzione del Nord Stream 2. Il pubblico però, compresi i suoi vecchi alleati politici, l’ha accusata di essere incapace di riflettere sui propri errori, e di preferire dare la colpa alla mancanza di “volontà di cambiare” dei propri concittadini.
“La pubblicazione di questo libro impenitente e moralista in un momento di turbolenza economica e politica come questo danneggia il blocco conservatore”, ha dichiarato Nico Lange, ex alto funzionario del governo Merkel. (…)
Un tempo celebrata in alcuni ambienti per aver aperto le porte della Germania ai richiedenti asilo che hanno iniziato ad affollare i confini europei nel 2015, Merkel è ora ritenuta responsabile dei molti problemi che hanno accompagnato l’afflusso. Sebbene abbia lasciato un’economia tedesca relativamente forte, le famose infrastrutture del Paese sono state private di fondi durante il suo mandato e, con grande costernazione dei tedeschi, stanno rapidamente decadendo. Un tempo soprannominata “l’uomo che sussurrava a Putin” e che da solo poteva tenere sotto controllo il leader russo, i suoi critici sostengono che abbia favorito l’invasione dell’Ucraina. La sua spinta aggressiva a eliminare rapidamente l’energia nucleare tedesca – in risposta agli incidenti nucleari ai reattori giapponesi di Fukushima nel 2011 – ora attira critiche per aver reso la Germania troppo dipendente dal combustibile proveniente dalla Russia.
Nel suo libro Merkel giustifica tutte le sue decisioni errate sostenendo che non si potesse ragionare con il senno di poi e che all’epoca il punto era ”non ci sono alternative”. Ironicamente, questa frase fatta, che l’Ex Cancelliere amava adoperare quando era in carica, è l’ispirazione del nome di Alternative für Deutschland (AFD), il partito di estrema destra che da micropartito ai margini è diventato il secondo partito della Germania, dietro la stessa CDU.
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