Nelle scorse edizioni parlavamo dei copiosi finanziamenti sauditi alle startup americane (e occidentali). Ma l’Arabia Saudita è sempre più nel mirino dei media (americani) per l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi avvenuta nel consolato saudita di Istanbul, e infine ammessa nelle scorse ore a denti stretti da Riyadh – anche se fatta passare per “incidente”.
Nel mezzo della bufera su questo caso – che sta portando al siluramento (CNN) di alcuni uomini di fiducia del principe ereditario Mohammed bin Salman (MbS), tra cui il suo stratega mediatico, chiamato da alcuni il suo Steve Bannon, cioè Saud al-Qahtani – ci sono alcune angolature digitali che vale la pena sottolineare.
L’articolo continua su Guerre di Rete, la newsletter di Carola Frediani.
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