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Biennale Arte 2024: Stranieri ovunque

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La 60ª Esposizione Internazionale d’Arte, a cura di Adriano Pedrosa, sarà aperta al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre, ai Giardini e all’Arsenale di Venezia.

La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo e Nucleo Storico. Come principio guida, la Biennale Arte 2024 ha privilegiato artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale, anche se alcuni di loro hanno già esposto in un Padiglione Nazionale, in un Evento Collaterale o in una passata edizione della Esposizione Internazionale. Un’attenzione particolare sarà riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale sia ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura e nell’ultimo fine settimana della 60. Esposizione.

Il titolo scelto quest’anno è Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere:

Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.
«L’espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».

Il Nucleo Contemporaneo è così strutturato:

«Gli artisti indigeni avranno una presenza emblematica e le loro opere accoglieranno il pubblico nel Padiglione Centrale, con un murale monumentale realizzato dal collettivo brasiliano Mahku sulla facciata dell’edificio, e nelle Corderie, dove il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenterà una grande installazione nella prima sala. Gli artisti queer saranno presenti in ogni spazio e costituiranno il fulcro di un’ampia sezione nelle Corderie, nonché di un’area dedicata all’astrazione queer nel Padiglione Centrale».

«Il Nucleo Contemporaneo ospiterà nelle Corderie una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video incentrato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. La presentazione di Disobedience Archive nella Mostra è progettata da Juliana Ziebell, che ha lavorato anche all’architettura espositiva dell’intera Esposizione Internazionale. Questa sezione, suddivisa in due parti principali appositamente concepite per la Mostra, dal titolo Attivismo della diaspora e Disobbedienza di genere. Disobedience Archive includerà opere di 39 artisti e collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023».

Il Nucleo Storico è invece così composto:

«Il Nucleo Storico è composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti. […]. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esporre il proprio lavoro. […]». Il Nucleo Storico prevede tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo.

Rai cultura presenta la Biennale Arte sulle sue pagine e riporta le parole del Presidente, Roberto Cicutto:

«Adriano Pedrosa è il primo curatore della Biennale Arte proveniente dall’America Latina, scelto perché portasse il suo punto di vista sull’arte contemporanea rileggendo culture diverse come fosse un controcampo cinematografico.»

Altri articoli di presentazione dell’edizione 2024:

Novanta paesi e più di trecento artisti in mostra: ecco come sarà la Biennale Arte 2024 (veneziatoday.it)

La Biennale di Venezia 2024 sarà dedicata agli stranieri: s’intitolerà “Stranieri Ovunque” (finestresullarte.info)


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