Un articolo di Fame di Sud ci parla di un bosco pugliese in cui è ancora possibile contemplare il fenomeno luminescente generato dalle lucciole.
Se, come diceva Michelangelo in una delle sue Rime, “una sola lucciola può far guerra alla notte”, figuratevi migliaia di esse che volteggiano, s’inseguono, planano, con moto solo apparentemente bizzarro e irregolare. E’ il rito naturale e affascinante dell’accoppiamento di questi coleotteri che a volte in gruppi isolati, a volte in veri e propri sciami, fluttuano nell’aria delle sere preestive, in ambienti ecologicamente integri, regalando all’osservatore momenti di magica suggestione. Non è un prodigio, ma un complesso “gioco” di sostanze chimiche che va sotto il nome di bioluminescenza, caratterizzato dall’emissione di luce visibile da parte di organismi viventi; a produrlo è il processo di ossidazione di una molecola fotogena detta luciferina col ruolo determinante di un enzima noto come luciferasi. Questo fenomeno è presente sia nelle larve che nelle lucciole adulte nelle quali è legato appunto all’accoppiamento: i maschi emettono segnali ritmici luminosi cercando con questo sistema di attirare l’attenzione delle femmine, che a loro volta emettono luce a un ritmo differente, solitamente più continuo e duraturo.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.