Simona Maggiorelli ha intervistato per Left l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano.
La guerra in Ucraina e la speculazione non si fermano. I prezzi del gas e delle materie prime schizzati alle stelle stanno mettendo a rischio imprese e moltissimi lavoratori. Quello che ci aspetta rischia di essere un autunno esplosivo dal punto di vista della tenuta sociale. Abbiamo chiesto all’ex sindacalista ed ex ministro Cesare Damiano un’analisi di questa difficile congiuntura sulla base delle ricerche del suo Centro studi Lavoro&Welfare. Quali strumenti mettere in campo per uscire da questa crisi che si annuncia lunga e durissima? Come invertire la rotta?
«Siamo in una situazione nella quale bisogna pesare le parole per non creare equivoci», premette Damiano. «Di fronte all’aggressione dell’Ucraina compiuta da Putin penso sia stato giusto rispondere con le armi e le sanzioni. Ma, detto questo, è giunto il momento di chiarire la questione strategica: se l’esito di questa sciagura fosse una nuova guerra fredda sarebbe un disastro per tutti. Lo dico con cognizione di causa perché appartengo a una generazione che la guerra fredda l’ha vissuta. Ho vissuto anche il tempo della ricerca della distensione fra i due i campi, Occidente e Oriente, pur in un contesto di equilibrio fra armamenti atomici. Dopo la stagione della Guerra fredda abbiamo sperimentato una globalizzazione selvaggia delle relazioni economiche, vissuta in modo troppo positivo ed acritico riguardo alla possibilità di importare ed esportare anche i diritti, le tutele e maggiore eguaglianza. Questo non è avvenuto».
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.