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La situazione politica in El Salvador

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Dal 2019 lo stato dell’America centrale di El Salvador è governato dal presidente Nayib Bukele. Mat Youkee su The Guardian traccia un ritratto di Bukele, classe 1981, un presidente che non si fa problemi a calpestare la legge per attuare le sue idee.

L’articolo è scritto nel 2021 e l’antefatto è un copione già visto: i partiti tradizionali sono completamente screditati se non criminali, i cittadini di El Salvador sono esasperati e si affidano a un volto nuovo che promette una lotta senza quartiere alla corruzione. Nei primi anni Bukele si assicura la stabilità al governo processando per corruzione i vecchi leader e sostituendo i giudici della Corte Suprema, in questa maniera accentrando tutti i poteri su se stesso. Nel frattempo, attraverso una “tregua” informale (e segreta) con le gang riduce drasticamente il tasso di omicidi.

«Bukele ha girato la frittata», dice Edwin Ramos Siguenza, un lavoratore del settore turistico di 26 anni. «Oggi non è il popolo salvadoregno a sentire la pressione, ma la classe politica che ha nascosto la corruzione dietro le proprie leggi: sono loro a sentirsi in pericolo».

La pax mafiosa dura poco. Dopo aver dichiarato lo Stato di emergenza, l’amministrazione Bukele si muove con arresti sommari allo scopo di sradicare le pandillas dal Paese, incarcerando oltre 72.000 persone senza processo, come scrive Foreign Policy in Focus:

(L)’ultimo fine settimana del marzo 2022, sono state uccise 87 persone. Secondo El Faro, la gang Mara Salvatrucha (MS-13) si è assunta la responsabilità delle morti, sostenendo che il governo aveva rinnegato l’accordo. Come prova, la MS-13 ha condiviso i file audio delle conversazioni avute con Carlos Marroquín, Direttore per la Ricostruzione del Tessuto Sociale, durante quel terribile fine settimana.

Il 27 marzo, il governo di Bukele ha risposto con uno stato di eccezione. Ha sospeso una serie di diritti fondamentali, tra cui il giusto processo, la libertà di associazione, la rappresentanza legale e la privacy nelle comunicazioni.

In base alle nuove norme, i bambini di 12 anni potrebbero rischiare fino a 10 anni di carcere – e i ragazzi di 16 anni e più potrebbero arrivare a 20 anni – per “aver commesso un reato come parte di un gruppo criminale”. Anche le pene per gli adulti sono aumentate drasticamente.

In pratica, non è richiesto alcun ordine del tribunale per effettuare gli arresti. Alcuni poliziotti hanno persino riferito di avere delle quote da rispettare, il che potrebbe incentivare i falsi arresti, soprattutto nei quartieri a basso reddito.

Associazioni per i diritti dei prigionieri parlano di almeno 153 morti durante la custodia in carcere.

Le numerose misure extra-costituzionali per ora sono ben tollerate dalla popolazione. Come spiega l’Economist (€), Bukele in questo momento è estremamente popolare. I cittadini vedono un enorme miglioramento in termini di sicurezza, mentre sembrano dare scarso valore in confronto allo smantellamento delle istituzioni democratiche che ritengono non abbiano funzionato nei decenni passati:

L’annullamento del giusto processo è una parte essenziale della strategia di Bukele. In passato, quando un gangster entrava in un negozio e chiedeva denaro per la protezione, il proprietario sapeva che rifiutare significava andare incontro alla morte. Poteva chiamare la polizia, ma se avesse testimoniato sarebbe stato ucciso e se nessuno avesse testimoniato non ci sarebbero state prove sufficienti per rinchiudere il malvivente.

Ora, se un gangster si aggira per strada, chiunque può farlo arrestare con una telefonata anonima. Questo cambia completamente l’equilibrio di potere nei quartieri precedentemente dominati dalle gang. “Prima la gente per bene aveva paura. Ora sono i cattivi ad averne”, dice Miguel. (Tuttavia, chiede che The Economist usi uno pseudonimo).

Bukele ha annunciato che si candiderà una seconda volta, in aperta violazione alla norme costituzionali che prevedono un solo mandato per la Presidenza.


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