Su suggerimento di @MBfacundo.
Un articolo su Globus Mag traccia una storia di emoticon ed emoji, spiegandone il funzionamento nel linguaggio contemporaneo:
Se come dice Wittgenstein “II nostro linguaggio può essere considerato come una vecchia città: un dedalo di stradine e di piazze, di case vecchie e nuove, e di case con parti aggiunte in tempi diversi”, il punto non sarà tanto conoscere perfettamente questo o quell’edificio, quanto il sapersi orientare, passando agilmente da un quartiere ad un altro. Nella consapevolezza del fatto che sì, stiamo attraversando zone diverse, ma che siamo pur sempre gli stessi cittadini nella stessa città.
Immagine da Wikimedia.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.