A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Internazionale pubblica la seconda e ultima parte dell’inchiesta, condotta da Wu Ming 1, sulla teoria del complotto nota come QAnon – la prima parte l’avevamo commentata qui.
Il 31 luglio 2018 una folla entusiasta ha accolto Trump a Tampa, Florida, indossando magliette di QAnon e alzando cartelli con scritto “Noi siamo Q”. Hanno rubato la scena al presidente, e i giornalisti hanno parlato solo di loro. È stata la definitiva irruzione di QAnon nelle cronache nazionali e, di lì a poco, internazionali. Su 8chan, Q ha commentato: “Benvenuti nel mainstream. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato”. Se prima di Tampa il presidente poteva aver ammiccato ai “fornai” scrivendo “17” in un paio di tweet, ora gioca col complotto in modo scoperto. Il 24 agosto 2018 Trump riceve nello studio ovale Lionel Lebron, sessant’anni, conduttore radiofonico e apostolo di QAnon. Lebron pubblica subito la foto in cui appare, gongolante, in posa col suo eroe.
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