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Contact Tracing: scontri e domande

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Ancora una volta questo numero della newsletter sarà dedicato in gran parte alla questione delle app di tracciamento contatti. Anche se vi confesso che sto cominciando a non capirci più niente. Ammetto che non sia il modo migliore di esordire in una newsletter che dovrebbe fare il punto su questi temi. Ma al momento attuale la confusione è grande sotto il cielo.

Le linee guida dell’Ue sulla app

Per cui partiamo dalle cose facili. Ovvero da uno dei pochi dati certi: la posizione ufficiale dell’Unione europea sulle app di contact tracing.
In questi giorni la Commissione Ue ha infatti delineato un approccio coordinato e delle linee guida ben precise (una cassetta degli attrezzi) al riguardo. 8 regole qui riassunte da Wired Italia: “Primo: rispettare le regole sulla privacy e in particolare le linee guida frutto della consulenza del Consiglio dei garanti europei della privacy (Edpb). Secondo: essere sviluppate in stretto coordinamento con le autorità sanitarie. Terzo: l’installazione è volontaria e queste tecnologie devono essere rimosse non appena smettono di essere utili. Quarto: vanno preferite le tecnologie che tutelano di più la privacy, come il bluetooth. Quinto: i dati devono essere anonimizzati e non si deve consentire di risalire all’identità delle persone. Sesto: le app devono essere interoperabili in tutta Europa, in modo da funzionare se qualcuno supera i confini. Settimo: vanno progettate con i migliori standard in campo epidemiologico, di sicurezza informatica e accessibilità. Ottavo e ultimo punto: devono essere sicure ed efficaci”.

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