A cura di @Lowresolution
Mentre sui social infuriano le polemiche e si parla di procure che indagano su terremoti e slavine, un operatore della Protezione Civile cerca di spiegare cosa significhi intervenire in una situazione davvero di emergenza.
E si. Siamo tutti esperti di protezione civile. Lo siamo da ospiti delle trasmissioni, lo siamo da politici coi doposci, lo siamo da leoni da tastiera dietro al pc, al calduccio, a casa. Magari con la tv accesa e con un bicchiere di vino di fianco mentre facciamo gli opinionisti.
E da lì, magari dopo i secondo bicchiere di vino, possiamo anche incominciare a ruggire la rabbia per il ritardo nei soccorsi, ruggire che qualcuno dovrà pagare per le tragedie e poi far finta di commuoverci se qualcuno viene salvato.
Ma è facile quando non ti ci sei mai trovato. E’ fottutamente facile decidere dal calduccio di casa.
Anche io sono bravissimo: hanno un albergo, mi chiamano, dicono che c’è un mare di neve intorno e non riescono ad uscire e chiedono che gli vadano ad aprire la strada. Poi nessuno arriva e chi rimane in albergo e lo sa si incazza.
Peccato che la gestione dell’emergenza è un’altra cosa. Peccato che quando gestisci un’emergenza non hai davanti a te un problema ma mille problemi intrecciati tra loro. Peccato che devi scegliere.
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