Alfondo Lucifredi, naturalista e giornalista scientifico, per Il Tascabile ripercorre la vita di Konrad Lorenz, pioniere dell’etologia e premio Nobel, mettendo in luce sia i suoi contributi scientifici che le sue controversie personali.
Lorenz è noto per i suoi studi sul comportamento animale, in particolare sull’imprinting, e per la sua capacità di comunicare con diverse specie.
Konrad Lorenz è molto più che un celebre scienziato premio Nobel. È un’icona, un punto di riferimento per chi ha fatto dello studio degli animali, o meglio ancora del loro comportamento, la propria passione o addirittura il proprio lavoro. Il padre dell’etologia moderna, colui che era in grado di comprendere e interpretare il linguaggio di taccole e oche, cani e pesci, è prima di tutto un modello a cui aspirare, da imitare ed emulare, laddove possibile. L’immagine dello scienziato austriaco che passeggia nella campagna vicino alla sua tenuta di Altenberg, seguito da un gruppetto di oche selvatiche che lo hanno identificato come la loro madre, è la quintessenza stessa del naturalista, una sorta di totem che ha ispirato intere generazioni di biologi in tutto il mondo.
Tuttavia, la sua carriera è stata segnata anche da un passato controverso, inclusa la sua adesione al nazismo e le sue teorie sull’aggressività umana.
L’autrice Ilona Jerger ha scritto una biografia romanzata di Lorenz, evidenziando le contraddizioni nella sua vita e carriera.
E “romanzata” è la parola chiave: per quanto infatti Jerger riprenda con accuratezza storica eventi realmente accaduti, la sua narrazione è movimentata, carica di suggestioni e immagini poetiche, salti temporali e immedesimazioni con i protagonisti coinvolti.
La narrazione si concentra su episodi significativi della vita di Konrad Lorenz, come il suo coinvolgimento con il regime nazista e il suo successivo impegno per la tutela della natura.
Lorenz è stato un personaggio complesso, ammirato per i suoi contributi alla scienza, ma anche criticato per le sue posizioni politiche e sociali. La sua storia solleva domande importanti sulla relazione tra scienza e società e sull’influenza delle convinzioni personali degli scienziati sul loro lavoro.
Ed eccoci quindi arrivare ai giorni nostri: oggi Konrad Lorenz è considerato un pezzo importante della storia della scienza del Novecento, padre fondatore dell’etologia moderna, ed è uno dei più celebrati rappresentanti dello studio degli animali in natura. Ma nelle sue vicende personali ci sono state delle ombre, non trascurabili anche sul piano scientifico: un notevole avanzamento di carriera grazie all’avvento di una dittatura, l’aver sostenuto apertamente la superiorità della razza e il desiderio di mantenerla pura, e l’aver ripetutamente affermato che l’aggressività è una componente ineluttabile della natura umana – il che, secondo alcune interpretazioni, avrebbe in qualche modo rappresentato una giustificazione dell’avvento di quella stessa dittatura. Jerger si domanda se avrebbe avuto senso, al giorno d’oggi, assegnare il premio Nobel a uno scienziato con simili trascorsi. Domanda che è lecito porsi per avere le idee più chiare sulla società del tempo, su quella in cui viviamo e su quella ideale in cui vorremmo vivere. Ma è anche vero che la sensibilità attuale è ben diversa da quella che incoronò Lorenz cinquant’anni fa nonostante il suo passato, e l’impressione è che in pochi, anche oggi, metterebbero in dubbio l’enorme influenza dello scienziato sulla comprensione del mondo animale e sullo sviluppo delle scienze comportamentali.
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