È un problema che conosce benissimo chi ha subito insulti e prese in giro da piccolo o da adolescente: certe cose rimangono addosso, e si concretizzano come profezie autoavveranti. Sembra sia successa la stessa cosa all’Unione Europea, da anni accusata di tutto e di più, che nei giorni scorsi ha pensato bene di cercare di risolvere il proprio problema di immagine, consensi e legittimazione democratica comportandosi come la caricatura che ne fanno i suoi peggiori nemici.
Nel 2019 il presidente francese Emmanuel Macron lanciò l’idea di tenere una Conferenza sul futuro dell’Europa, allargata alla società civile, per ripensare la struttura e il funzionamento dell’Unione Europea. L’idea piacque talmente tanto a Ursula von der Leyen che la inserì nelle sue priorità di governo. Ora la Conferenza è effettivamente pronta a partire, ma è chiaro a tutti che non riuscirà a cambiare né la struttura né il funzionamento dell’Unione.
Per prima cosa non avrà come obiettivo la revisione dei trattati europei, le leggi fondanti dell’Unione che ne regolano la forma e la vita istituzionale. Senza una riforma strutturale – auspicata da due terzi dei cittadini europei, secondo un recentissimo sondaggio – il Parlamento Europeo continuerà ad avere una doppia sede a Strasburgo e Bruxelles, il Consiglio dell’UE continuerà a prendere le decisioni più importanti all’unanimità, affidando un potere enorme ai governi nazionali, e il Consiglio Europeo, l’organo che comprende i 27 capi di stato e di governo, continuerà ad avere un peso specifico enorme rispetto alla Commissione e al Parlamento.
Sembra che questi ultimi fossero anche disposti ad ammettere la revisione dei trattati fra i temi della Conferenza: ma in sede di Consiglio dell’UE i governi nazionali «hanno respinto l’inserimento di qualsiasi menzione della modifica dei trattati», racconta Politico. Nella bozza dell’accordo fra Commissione, Consiglio e Parlamento, che sarà pubblicata la settimana prossima e che abbiamo potuto leggere in anticipo, si legge che la Conferenza riguarderà solamente «le ambizioni e le future politiche» dell’Unione. Sono previste assemblee a livello locale, regionale, statale, europeo che coinvolgeranno gli stati, le associazioni di categoria, i sindacati, i giornali. Si parlerà tantissimo, senza arrivare a nulla.
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