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Ecco perché allucinogeni e ketamina aiutano a contrastare la depressione

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A cura di NedCuttle21(Ul)

Un team di ricercatori della UC Davis ha condotto uno studio sugli effetti prodotti da alcune sostanze psicoattive come l’LSD su neuroni cresciuti in provetta. Lo studio ha rivelato che tali sostanze hanno la capacità di produrre nuove formazioni neurali, caratteristica che secondo i ricercatori potrebbe essere sfruttata per scopi terapeutici, ad esempio nella cura di gravi patologie psichiatriche come la depressione. Ne parla un articolo pubblicato su Galileo.it, che ci permette di tornare più approfonditamente sull’argomento che Hookii ha già trattato qui.

MdmaLsdfunghi allucinogeni, e chi più ne ha più ne metta. Da anni la comunità scientifica sta indagando, e in molti casi riscoprendo, il potenziale terapeutico di quelle che oggi consideriamo sostanze stupefacenti (e che per questo in Italia non studiamo affatto), e in particolare di allucinogeni e droghe psichedeliche. Molecole che dagli indizi raccolti fino a oggi sembrano particolarmente utili nel trattamento della depressione e di altri gravi disturbi dell’umore. Da dove nasce la loro efficacia? Non è ancora chiaro, ma un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Celle Reports sembra aver trovato un indizio: diversi allucinogeni infatti avrebbero la capacità di promuovere la plasticità neurale, la capacità del cervello di adattarsi, mutare nel tempo e formare nuove connessioni tra neuroni. Una caratteristica che li rende simili per effetti ad un altra droga molto studiata in psichiatria, la ketamina, e che potrebbe essere alla base della loro efficacia terapeutica.

Immagine: Jonathan Zegarra


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