Agli inizi di dicembre un’azienda di cybersicurezza dichiara di essere stata violata da hacker sofisticati. Ma nel giro di pochi giorni la storia diventa molto più imponente, assume i contorni di una campagna di cyberspionaggio che ha infiltrato importanti dipartimenti e agenzie federali del governo americano. E che in realtà ha ramificazioni globali, considerato il modo in cui gli aggressori sono entrati: infettando gli aggiornamenti di un software usato da migliaia di organizzazioni in tutto il mondo. Secondo fonti statunitensi riportate dai media, i responsabili sarebbero i russi. Al di là dell’attribuzione – cui mancano ancora elementi precisi – sembra trattarsi di una delle azioni di cyberspionaggio più riuscite degli ultimi anni. E condotta in uno dei modi più insidiosi: attraverso la supply-chain.
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