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Egitto. I soliti noti e i condannati a morte

7 commenti

Su suggerimento di @HugoFiala.

 

Due articoli sull’Egitto, uno che parla di economia e l’altro di giustizia, che tratteggiano un quadro a tinte fosche dell’attuale situazione e del possibile futuro del paese dei Faraoni.

Maddalena Goi, da Altitude, I faraoni d’Egitto degli anni Duemila

La classifica degli uomini più ricchi del mondo del 2015, stilata da Forbes, include otto imprenditori egiziani che hanno una fortuna combinata di 23,4 miliardi di dollari. Pari a quasi l’80% in più rispetto ai 13 miliardi di dollari del 2010. Gli uomini più ricchi d’Egitto appartengono tutti alle famiglie Mansour o Sawiris, due cognomi che risuonano in maniera quasi ridondante nelle classifiche annuali della rivista americana. Uomini d’affari che hanno fatto la loro fortuna nel paese e oltre, sfidando le crisi economiche e politiche che hanno interessato l’Egitto dagli anni Settanta in poi.

Omar Ashour, da Project Syndicate, Egypt’s Dead Men Walking,  sulle condanne a morte di massa in Egitto

“Mass death sentences are usually associated with regimes like those of Adolf Hitler’s Nazis or Pol Pot’s Khmer Rouge. But Egypt’s military rulers have now joined the ranks of such regimes, staging circus-like trials in which the outcome is foreordained. One such trial, in March 2014, produced 529 death sentences; another, in April, yielded 683 death sentences. And the trend shows no signs of slowing”.

 

Immagine by Olaf Tausch (Own work) [CC BY 3.0], via Wikimedia Commons


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