Emoticon ma soprattutto emoji (la forma grafica delle più vecchie faccine composte con i caratteri) sono citati sempre più spesso in procedimenti giudiziari americani per rafforzare indizi e prove. Tra il 2014 e il 2019 c’è stata una crescita esponenziale dei riferimenti a emoticon e emoji in vicende giudiziarie statunitensi, con un picco nel 2018, secondo una analisi del professore Eric Goldman riportata da The Verge. Ad esempio, l’invio di un messaggio con tre emoji che rappresentavano una corona, un paio di scarpe coi tacchi, e un sacchetto di soldi è stato usato dall’accusa per sostenere che chi l’aveva inviato (a una donna che si prostituiva) era uno sfruttatore.
Continua a leggere da Guerre di rete, la newsletter di Carola Frediani.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.