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Estetista cinica: tra punti fedeltà e fedeltà assoluta

Estetista cinica: tra punti fedeltà e fedeltà assoluta

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La storia è circolata tra giornali e social. La nota influencer Cristina Fogazzi (Estetista Cinica) che ha costruito un impero della cosmesi con il marchio Estetista cinica e Vera Lab, aveva dato il via ad una promozione chiamata punti fagiana le cui condizioni sono state unilateralmente e drasticamente modificate. Il motivo è che si era sbagliata (non si è ancora capito se a comunicare il valore dei punti o l’impatto economico della promozione).

Stefano Feltri su Domani parla del caso e osserva che:

Nel mondo dell’impresa tradizionale, depurato dal livello emotivo dei social, una vicenda come quella dei “punti fagiana” di cui si discute in questi giorni non sarebbe mai potuta succedere, con passività di milioni di euro create per errore, poi cancellate con una mail, mentre ad alcuni vengono concessi sconti per centinaia di migliaia di euro non dovuti e altri clienti, meno rapidi a spendere i punti gonfiati per errore, si dovranno accontentare di somme inferiori.

Questo non ha comportato neppure un danno di immagine anzi:

La cosa più interessante di questa storia è il rapporto che si crea tra un’influencer (sia pure un’influencer imprenditrice) e il suo pubblico di follower-clienti: Cristina Fogazzi è stata così brava a costruire la sua comunità che la segue e la stima da anni che anche di fronte a questo “merdone”, per usare la sua definizione tecnica, le “fagiane” la difendono e si schierano a falange a sua tutela, con campagne ostili nei confronti di chi, come Domani, racconta il caso segnalandone le criticità.

Anche Il Post nella rubrica consumerismi si occupa della vicenda:

Un’operazione che molte aziende fanno in questi casi per essere sicure di non avere perdite eccessive è impostare un minimo di spesa obbligatorio per chi vuole usare i punti: in questo modo si è certi che a ogni sconto usato corrisponda una spesa sufficiente a compensarlo e far comunque guadagnare qualcosa all’azienda.
Nel caso di Fogazzi forse questa soluzione sarebbe stata meno drastica e meglio vista rispetto alla soluzione di ridurre retroattivamente il valore di uno sconto già accordato.

Ma ne approfitta per allargare il discorso su tutta la questione dei punti fedeltà, mentre nei negozi fisici servono per tracciare le abitudini dei clienti, nell’e-commerce, dove questa cosa accade di default, lo scopo dei punti è solitamente quello di incentivare chi ha già fatto uno o più acquisti a tornare sul sito per farne altri:

Nel marketing il dibattito sull’efficacia dei punti fedeltà è in corso da anni: ci si chiede se servono davvero a far tornare ad acquistare su un sito persone che altrimenti non sarebbero tornate o se vengano usati per lo più dagli stessi che sarebbero tornati comunque. «Ci sono vari studi che smentiscono la potenza di queste operazioni» dice l’esperto di marketing Gianluca Diegoli


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