Il 16 aprile il Parlamento europeo ha votato una proposta per connettere una serie di sistemi usati per il controllo delle frontiere, dei migranti, e per il contrasto alla criminalità in un unico database. Questo grande database centralizzato (chiamato Common Identity Repository o CIR) conterrà – scrive Politico, fra le poche testate europee ad essersene occupato in dettaglio – “fino a 300 milioni di record (voci) contenenti dati biografici e biometrici – tra cui impronte digitali, foto, nomi, indirizzi e altre informazioni – su quasi tutti i cittadini non europei nell’area Schengen. E includerà anche dati su alcuni cittadini europei”.
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