Su suggerimento di @Lorella Cucchiaini
Catia Donini racconta su Linkiesta l’apparente tramonto artistico di Robert De Niro, da protagonista di film entrati nella storia del cinema ad interprete di “imbarazzanti cadute nel trash”.
Non sono tanto le comparsate in tv, come quella duplice ad Amici, è che da un mito che ha interpretato Il cacciatore, Mean Street, Heat, Novecento, che è stato candidato a sette Oscar vincendone due, ci si auspicava la stessa grandezza nel rarefarsi, distillarsi, farsi rimpiangere, sparire. Invece è scattata un’irredimibile bulimia (di vita? Di fama? Di soldi?) che lo spinge ad apparire in undicimila film al mese, fosse anche per una manciata di pose.
Immagine da Wikimedia Commons
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