Secondo un rapporto PISA-OECD i cui risultati sono stati pubblicati sul Financial Times, nonostante la finanziarizzazione della società sviluppata e la digitalizzazione delle nostre vite, la maggioranza dei teenagers nei paesi OECD non dispone delle capacità e delle conoscenze matematiche e finanziarie necessarie.
In molti durante le prove non capivano termini essenziali, un quinto dei partecipanti dell’esame aveva difficoltà con le percentuali. In Italia la bassa dimestichezza con le finanze, dimostrata dai risultati, è correlata a un basso coinvolgimento degli adolescenti rispetto ad altri paesi; solo il 36% ha un conto intestato, rispetto al 63% della media dei paesi OECD partecipanti al test.
L’Italia, come altri paesi che hanno condotto questa ricerca sin dal 2012, ha visto un miglioramento molto marginale in questo senso. I risultati dei test sono variati di poco in un decennio.
Lo studio ha esplorato i legami tra l’alfabetizzazione finanziaria degli adolescenti e le loro competenze in matematica e lettura, nonché le loro esperienze, le loro abitudini e l’esposizione all’alfabetizzazione finanziaria a casa e a scuola.
Nei 14 Paesi dell’OCSE su cui è stata condotta l’indagine (tra cui Stati Uniti, Italia e Paesi Bassi), una media del 18% degli adolescenti ha avuto difficoltà a utilizzare la divisione per gestire le proprie finanze.
Questi studenti con scarse prestazioni hanno avuto difficoltà nelle decisioni di spesa quotidiane, come ad esempio nel calcolare se fosse più conveniente acquistare pomodori a scatola o a chilogrammo.
Il rapporto ha anche rilevato che, sebbene circa due terzi degli adolescenti dei 14 Paesi dell’OCSE fossero finanziariamente attivi e avessero aperto conti bancari, solo il 36% degli intervistati era sicuro di leggere gli estratti conto.
E gli adulti come se la cavano?
Secondo una ricerca pubblicata dall’OCSE lo scorso anno, solo un terzo degli adulti è alfabetizzato dal punto di vista finanziario.
Karen Holland, insegnante e fondatrice del programma di alfabetizzazione finanziaria Gifting Sense, ha affermato che i genitori hanno un ruolo importante nell’insegnare ai bambini “abilità forti e che quindi sono per una vita” come pensare prima di comprare. “L’ideale è una combinazione di genitori e scuole che sviluppano le loro abitudini e convinzioni in materia di denaro”, ha aggiunto.
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