Noah Smith, economista democratico americano, dopo aver speso le ultime settimane a mettere in guardia contro i rischi di una elezione di Donald Trump a presidente USA pubblica nel suo Substack le sue opinioni sul perché dei risultati elettorali. Divise in tre parti, in questa colonna riporta la seconda, di carattere più squisitamente economico.
Secondo Smith è innegabile che ci sia stata una perdita del potere di acquisto dei cittadini americani come conseguenza delle politiche di Biden rivolte a risollevare l’economia durante la pandemia da Covid-19, e che questa perdita sia stata uno dei fattori che ha contribuito alla sconfitta del partito del presidente in carica (e d’altra parte nel 2024 tutte le elezioni hanno visto la sconfitta del partito di governo).
Premesso che secondo i modelli economici tradizionali esiste uno scambio obbligato (trade off) tra il rischio di inflazione ed il rischio di disoccupazione, Smith spiega come dal punto di vista solo economico è relativamente indifferente il punto di equilibrio tra i due rischi, ma dal punto di vista politico le cose sono tutt’altro che uguali: il numero di scontenti per l’inflazione è molto maggiore del numero di scontenti per la disoccupazione.
… in general, the harms of inflation are diffuse while the harms of unemployment are concentrated… if unemployment harms 10 million people a lot, and inflation harms 200 million people by a moderate amount, it’s clear that inflation will directly harm a much larger number of voters.
Questo può spiegare la differenza di percezione tra chi dice che l’economia andava (va) bene, come i Democratici al governo, e chi invece sostiene che andava male, come e repubblicani all’opposizione.
Democrats need to remember that full employment doesn’t necessarily mean an economy that Americans are happy with. If it comes at the expense of rapid inflation, that price is going to be one that most Americans aren’t comfortable paying
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