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Grandi catene e innovazione: cosa succede in Italia

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Su suggerimento di @MuccaTestarda, @Yoghi, @Guglielma Bon.

Questa serie di articoli vuole dare un quadro, assolutamente non esaustivo, del mercato in Italia, tra catene straniere, nuovi modelli di business e vecchi problemi di finanziamento.

Non è ancora chiaro se in Italia si può parlare di ripresa e gli ultimi avvenimenti internazionali – non solo il terrorismo degli ultimi giorni, ma anche la crisi dei migranti di quest’estate – hanno discosto l’attenzione dalla sfera economica. Da una parte sembra che il mercato in Italia stia dando segni di vita, per lo meno per quel che riguarda l’apertura a multinazionali straniere (una carrellata da Repubblica), a cui si devono aggiungere però alcune considerazioni. Se Domino’s farà la sua comparsa a Milano, Kfc invece aprirà sedi a Torino, Napoli, Milano e Venezia (oltre a Roma, dove è già presente). Esiste poi il concetto di fast fashion ed è proprio a questo concetto che porta avanti Primark, catena irlandese che aprirà tra poco a Milano.

Per Starbucks l’arrivo dovrebbe essere certo, anche se quest’articolo de Linkiesta rimane scettico, affermando che «se deve arrivare Starbucks, deve arrivare in pompa magna», con una descrizione del perché e della differenziazione di questo marchio rispetto a quelli indicati anche qui sopra.

Cosa ci dicono, comunque, queste diverse aperture? E qual è la dimensione più produttiva italiana?

Da un lato sembra essere possibile, lato startup, uno scenario ottimista: un esempio è l’incubatore BiovelocITA, acceleratore per il biotech italiano con partnership accademiche. Per quel che riguarda la mobilità e la sharing economy un esempio è

il primo car sharing 100% elettrico italiano: Share’nGo, promosso da CS Group con una flotta di 150 auto che arriveranno a 500 veicoli entro fine anno. A ottobre ha preso avvio il servizio a Firenze (100 veicoli che arriveranno a 200 entro fine anno) e in Cina, a Lenzhou (3.500 veicoli) ed entro fine anno partiranno a Modena, Pisa e Roma. I veicoli elettrici sono stati progettati in Italia e sono quadricicli pesanti (400 kg) a due posti con una autonomia di 120 km, l’aria condizionata e il computer android a bordo.

Dall’altro lato, ad ogni modo, la ricerca continua ad avere i suoi problemi, esempio cardine può essere il CNR: in questo articolo il rapporto tra politica e CNR negli anni, da risorsa per il paese a orpello soffocabile

Se l’FFO [Fondo di Finanziamento Ordinario – i soldi che lo Stato fornisce al CNR per stipendi e gestione] è pari a 500 milioni di euro, il bilancio del CNR sfiora il miliardo per la capacità dei ricercatori di attrarre fondi. Ci siamo trasformati tutti in piccoli manager (senza averne la formazione) per poter lavorare

 

Immagine di Fila CC BY-SA 3.0 tramite Wikipedia


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