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I 100 Giochi – Across 5 Aprils

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Siamo al terzo appuntamento del nostro viaggio con i giochi che hanno creato la storia ed ecco arrivare il primo wargame

Ascoltate, o voi che vi avvicinate al sacro tavolo del conflitto simulato, poiché vi narriamo le gesta di un audace innovatore, un certo Eric Lee Smith, il cui nome risuona ancora oggi tra le sacre mura degli appassionati di wargame. Egli, in un’epoca dominata dalla rigida liturgia dell’alternanza turnistica, l’antico rito dell’ “Io vado, tu vai” (IGYG), osò profanare una delle più vetuste convenzioni ludiche con la sua opera, “Across 5 Aprils”.

Come un novello profeta che spezza le catene dell’ortodossia, Lee Smith introdusse il rivoluzionario chit pull, un meccanismo arcano che sovvertiva l’ordine prestabilito. Immaginatevi, fedeli giocatori, un sacro calice opaco, ove riposano i sigilli delle vostre legioni. Solo quando un sigillo viene estratto dal fato, la divisione corrispondente si anima, mossa da un volere imperscrutabile. E quando il sigillo del combattimento ascende, tutte le schiere nemiche adiacenti sono chiamate al giudizio: attaccare con fervore o ritirarsi in preghiera.

Questa rivelazione, già sussurrata in precedenti opere del maestro, trovò in “Across 5 Aprils” la sua forma più compiuta, infondendo nel tradizionale gioco “esagoni e segnalini” un elemento divino, ciò che gli strateghi chiamano la “Frizione”, l’imprevisto che scompiglia i piani e mette alla prova la fede dei comandanti.

Sebbene pubblicato nell’anno del Signore 1992, questo testo sacro del wargame “leggero” continua a offrire epifanie ludiche, narrando le gloriose battaglie della Guerra di Secessione Americana attraverso cinque sacri scenari. E la sua influenza è tale che innumerevoli altri autori ne hanno seguito le orme, adottando e modificando il suo sistema di attivazione casuale, come testimoniato dalle saghe di “A Victory Lost” e “Jours de Gloire”, e dalle opere di Lock ‘n Load e Sergio Schiavi.

Tuttavia, come ogni testo sacro pionieristico, anche “Across 5 Aprils” recava in sé alcune ingenuità, delle piccole eresie che solo la ripetuta contemplazione rivelava. L’eccessiva mano del destino nelle attivazioni poteva condurre a esiti paradossali, e le tavole del combattimento, a volte troppo severe per chi osava attaccare, spingevano a continue ritirate in attesa di rinforzi celesti.

Ma la via era stata tracciata, e la concezione di un turno meno rigido aveva trovato il suo messaggero. Lo stesso Eric Lee Smith, anni dopo, tornò sui suoi passi per emendare e perfezionare la sua visione, consapevole di aver donato al mondo del wargame un precursore, un faro che ancora oggi illumina la strada verso simulazioni storiche più dinamiche e avvincenti. Amen.


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