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I fantasmi di Macerata due mesi dopo l’attentato razzista

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

A poco più di due mesi dall’attentato razzista di Macerata, Internazionale pubblica un reportage di Annalisa Camilli sui fatti di quella giornata. Le testimonianze dei sopravvissuti, le riflessioni degli esponenti di alcuni enti e movimenti locali e l’analisi di alcuni dati rivelano una città da anni alle prese con problemi di svariata natura: dal diffuso consumo di sostanze stupefacenti – in particolare di eroina – al dilagare dell’insofferenza verso gli extracomunitari in un’ampia fetta della comunità:

Anche Wilson Kofi, un altro dei sei feriti, all’inizio non ha raccontato ai suoi genitori in Ghana che ha rischiato di morire. “Nel mio paese se qualcuno ti spara significa che fai parte della malavita, hai commesso qualche reato. Non è possibile che ti sparino per strada se non sei un criminale”, afferma. Così ancora cerca di spiegare ai genitori che a tentare di ucciderlo è stato un neonazista che leggeva il Mein Kampf di Adolf Hitler, uno che ce l’ha con i neri perché li ritiene inferiori.

Immagine da Flickr.

 

 


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