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«I segreti degli scrittori li scovo in laboratorio»

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A cura di NedCuttle21(Ulm)

Su La Provincia Pavese, l’intervista di Gaia Curci a Pier Giorgio Righetti, chimico e professore onorario del Politecnico di Milano; il quale, per mezzo di una sofisticata tecnica investigativa da lui stesso ideata e denominata “Eva” (acronimo di vinil acetato di etile), sostiene di aver scoperto che lo scrittore russo Michail Bulgakov – autore del famoso romanzo Il Maestro e Margherita – facesse uso di morfina.

[…] Professore Righetti, come mai si è occupato di un’indagine del genere?

«Sapevo che l’autore russo era morto nel 1940 a causa di una gravissima malattia renale, la quale sicuramente gli aveva dato per anni dolori atroci. Sapevo che si era laureato in Medicina e che da giovane aveva scritto un piccolo opuscolo intitolato “Morfina”. Sicuramente quindi Bulgakov conosceva molto bene questo farmaco e non capivo il motivo per cui in nessuna biografia si ipotizzasse che egli avesse potuto farne uso».

Lei come è riuscito a provarlo?

«Con un team internazionale di ricercatori, sotto la guida mia e del collega israeliano Gleb Zilberstein, ho avuto accesso a dieci delle 127 pagine originali del manoscritto “Il Maestro e Margherita”. Allora ho applicato la tecnica da me inventata “Eva” (vinil acetato di etile). Dopo aver cosparso i margini delle pagine con resine in grado di catturare eventuali metaboliti, e dopo aver eluito quanto estratto dalla superficie dei fogli, ho analizzato i dati tramite cromatografia gas-liquido abbinata ad uno spettrometro di massa. In tutte le pagine ho rivelato la presenza di morfina a livelli da 5 fino a un massimo di 100 nano grammi a metro quadrato: un risultato incredibile».

Immagine: Dvortygirl


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