In un podcast su Nature Simon Butler, ecologo della conservazione con un particolare interesse per l’ecologia acustica e i suoni della natura, ci spiega come combina i dati scientifici con la tecnologia per ricreare paesaggi sonori perduti nel passato.
Man mano che i nostri ambienti cambiano, cambiano anche i suoni che emettono, e questo cambiamento nel paesaggio sonoro può influenzarci in tutta una serie di modi, dal nostro benessere al modo in cui pensiamo alla conservazione. Butler spera di capire meglio come i paesaggi sonori cambiano in risposta ai cambiamenti nell’ambiente, e di usarlo per guardare avanti ai paesaggi sonori del futuro.
I paesaggi sonori naturali, come il canto degli uccelli, sono fondamentali per il nostro benessere mentale e per misurare la salute degli ecosistemi. Negli ultimi 25 anni, la qualità acustica dei paesaggi sonori in Nord America ed Europa è diminuita a causa della perdita di biodiversità. L’aumento dell’inquinamento acustico umano riduce ulteriormente la qualità dei paesaggi sonori naturali. Utilizzando i dati di monitoraggio degli uccelli e le registrazioni sonore, i ricercatori possono ricreare i paesaggi sonori del passato per comprendere meglio i cambiamenti ambientali.
When you think about the public awareness campaigns for various conservation actions, they’re often very visual – the lone orangutan in a tree surrounded by farmland, images of horns being cut off rhinos or of turtles eating plastic bags. All of those are quite visual stimuli to raise awareness of conservation issues. But I think the soundscapes idea is underused at the moment, and the opportunities to use soundscapes as a real focus for raising awareness of the impacts of humans on the environment and on biodiversity, I think there’s a lot of potential in that. We know that sounds offer that sense of place. We know that sounds are frequently used to take us to a location or take us to a time or a season, and if we start to think about how we’re impacting on those sounds, I think that’s a really strong opportunity to motivate our thinking about conservation actions.
La diminuzione delle popolazioni di uccelli ha prodotto un cambiamento profondo nel nostro ambiente sonoro:
In temperate climates in particular, birdsong is the main contributor to our natural soundscapes, and most often we hear rather than see birds. So, that’s the key route by which we engage with nature and draw benefits from that. Since the 1950s, the American bird population has declined by 3 billion birds. In Europe, over the last 40 years, we’ve seen a loss of 600 million birds occurring from the aviary fauna, and all of those individuals, which once would have contributed to the soundscape, are now gone.
Nel suo studio Butler si è concentrato sugli uccelli per il contributo che danno ai paesaggi sonori naturali, ma non hanno minore importanze le perdite di insetti e anfibi, tanto da far ritenere allo studioso che il deterioramento sonoro sia ancora maggiore di quanto ha potuto registrare.
Now we’ve got this framework for re-constructing soundscapes, there’s also an opportunity to look forwards and construct the soundscapes of the future, and perhaps think about how climate change might impact on our future soundscapes through changes in species distribution. And by understanding future changes, we can then start to think about the conservation actions that we might need to put in place to conserve and restore our natural soundscapes for the future generations.
Rivista Natura invece riferisce di uno studio effettuato da un team della California Polytechnic State University, coordinato dalla biologa Danielle Ferraro, ha cercato di indagare su quanto possano essere importanti questi suoni per l’uomo e come possano influenzarlo. Scoprendo che il suono dei vocalizzi genera negli escursionisti sottoposti allo studio genera una riduzione dei sintomi dello stress e una maggiore sensibilità verso i luoghi attraversati.
L’esperimento dei ricercatori californiani si è svolto su due sentieri molto frequentati nel Boulder Open Space and Mountain Parks, in Colorado. Si trattava di provare a verificare le percezioni emotive degli escursionisti esponendoli a due paesaggi acustici differenti. In questo scenario sempre meno improntato alla convivenza in natura, questa ricerca ha mostrato un’incredibile risultato grazie all’uso di un coro fantasma. In un primo sentiero sono stati fatti ascoltare i canti spontanei degli uccelli presenti in quell’area. Nell’altro sentiero, invece, è stato collocato un sistema di altoparlanti camuffati nella vegetazione che emetteva una varietà di vocalizzi di specie, superiori a quelle residenti nell’area di studio. Il risultato ottenuto è stato particolare: nei sentieri dove i canti degli uccelli erano spontanei le persone hanno ottenuto una sensazione di benessere generale molto apprezzata, ma nella zona dove i vocalizzi erano molti di più il risultato fornito da questi “canti fantasmi” è stato ancor più completo.
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