Il Ministero della Salute ha allo studio un provvedimento per evitare la prescrizione di esami medici non necessari, e nei giorni scorsi ha emanato una lista di circa 200 prestazioni “soggette a condizioni di erogabilità”. I medici che non saranno in grado di giustificare il motivo della prescrizione di questi esami vedranno decurtata parte della componente accessoria del proprio stipendio, se la norma sarà approvata.
Ma i dottori sono contrari (qui una presa di posizione dello SMI, Sindacato medici italiani), e Costantino Troise, del sindacato medici dirigenti, paventa uno sciopero:
è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana. Lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le prerogative, a prescindere dal malato
Martedì un primo incontro tra rappresentanti dei medici e del ministero ha evidenziato la contrarietà dei professionisti alla black list di esami; fino a venerdì le trattative sono aperte.
Dai commenti
@Sharkotto menziona un tema che può avere attinenza con quello trattato qui: il problema delle cause a ospedali e medici, trattato sul Corriere di oggi da Gian Antonio Stella.
Secondo @Roberto Sciascia nell’ultimo periodo gli esami approfonditi normalmente “offerti” ai donatori di sangue sono diminuiti in numero: dalla discussione seguente, però, pare di capire che la questione dipenda da centro a centro.
@Fabio Tamburrini propone una serie di stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sulla percentuale di operazioni non necessarie in interventi comuni.
@Gio linka un articolo dal sito Left, che spiega la posizione di CGIL: “Obiettivo giusto, metodo sbagliato”.
@Francysar segnala un documento di Farmindustria sulla spesa sanitaria italiana.
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