Jacques Monod era un uomo che prendeva rischi. Fu uno dei primi ad aderire alla Resistenza in seguito all’invasione nazista della Francia nel 1940, scampando a stento al proprio arresto. Tre anni dopo fece due viaggi in segreto in Svizzera per richiedere armi e altri rifornimenti agli Alleati. Con l’invasione in corso aiutava a coordinare la ribellione che liberò Parigi, andando avanti e indietro sotto il fuoco nemico tra viali e barricate.
Ma era anche qualcuno che aveva capito il caso meglio di chiunque altro all’epoca: non era un matematico né un allibratore ma un biologo. Monod — un pioniere della biologia molecolare che avrebbe vinto un premio Nobel — spese la sua vita studiando ciò che lui stesso battezzò i segreti della vita, il misterioso funzionamento dei geni che determinano le proprietà degli esseri viventi. E in tutto ciò il caso ha un ruolo centrale. Monod sdoganò questa idea anche oltre il mondo della scienza, utilizzandola anche per fini politici e filosofici.
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