Lo scacchista e il folle, i bianchi e i neri, l’ascesa e la caduta. La parabola di uno dei più grandi e controversi giocatori di tutti i tempi nato il 9 marzo del 1943 e morto 15 anni fa, in solitudine, in Islanda.
Il Paese ospitante, però, si trovava sotto embargo da parte dell’ONU e Fischer, in quell’occasione, sputò sopra a un documento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America che gli proibiva di giocare in terra balcanica. Ma anche l’apparizione di Bobby fece scalpore. Non era più l’undicenne che viveva a New York e che aveva scoperto di essere maledettamente bravo. Si presentò con una lunga barba bianca, stile ‘santone’, appesantito e con gli occhi sempre un poco esasperati.
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