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Il modello Cina: meritocrazia politica e limiti della democrazia

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Il Mulino recensisce Il modello Cina: meritocrazia politica e limiti della democrazia del sociologo canadese Daniel A. Bell, nel quale l’autore presenta il modello cinese al resto del mondo, evidenziando come il suo sistema di meritocrazia politica, da lui definita «l’idea che il potere politico dovrebbe essere distribuito secondo le abilità e le virtù», potrebbe avere dei vantaggi rispetto al processo democratico a cui siamo abituati noi occidentali.

Dipingendo un contesto molto poco rassicurante delle attuali democrazie e proiettandosi verso il futuro, Bell rende la sua analisi una provocazione per il lettore democratico. L’incertezza del domani preoccupa tutti noi, in particolar modo nella crisi sociale generata dalla pandemia di Covid-19, che ha acuito la mancanza di solidarietà e di senso di comunità, la paralisi e l’incoerenza nelle scelte, oltre alle difficoltà economiche e sociali delle nostre democrazie. Specie nel contesto italiano, la classe politica ha creato nel tempo una ferita di sfiducia difficile da colmare. Esistono il bisogno di avere di nuovo fiducia nel sistema e la paura che alcuni meccanismi non funzionino in modo efficace: Il Modello Cina può essere un’occasione per ripensare a ciò che davvero chiediamo alla politica.

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Il desiderio di Bell è mostrare gli aspetti positivi della Cina di oggi e poter contribuire a migliorare la Cina di domani. Non c’è un tentativo di convincere ad abbandonare il suffragio universale. È in questa logica che alla fine del primo capitolo viene richiesto di fermarsi al «fanatico» della democrazia ed è con sincera curiosità che si prosegue nella lettura. Da un lato, il libro vuole presentare il modello cinese senza pretese di universalizzazione, dall’altro, Bell auspica che la Cina diventi ambasciatrice della meritocrazia nel mondo.

Immagine da Wikimedia Commons


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