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Il sacro e la mistica in Dune

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Il mondo di Frank Herbert, con l’intersecarsi di relazioni, intrighi politici e fazioni in lotta fra loro ha sempre esercitato fascino sui lettori di Dune. Se alcune ispirazioni filosofiche e tecnologiche di Herbert sono palesi, altre sono più difficili da ricavare dal testo. Paolo Riberi e Giancarlo Genta azzardano un’interpretazione nel loro libro I segreti di Dune (Mimesis), con un lungo estratto su L’Indiscreto.

In definitiva, proprio come il culto delle divinità dell’Olimpo nell’antica Roma, l’ordine Bene Gesserit e la Bibbia Cattolica Orangista di Dune sono mere espressioni di una religione di stato che serve soltanto a legittimare l’ordine politico dell’Imperium e l’autorità di Shaddam IV. Non si tratta, peraltro, di un caso isolato: l’influenza delle tesi materialistiche di Karl Marx (1818-1883) e Friedrich Engels (1820-1895) sull’intera saga di Dune è innegabile, e continuerà a farsi sentire anche nel corso dei romanzi successivi. Poco importa che a governare la galassia siano Shaddam IV, l’imperatore Paul Muad’dib, sua sorella Alia, l’imperatore-dio Leto II, la sorellanza del Bene Gesserit o le feroci Matres Onorate: la sfera della religione viene sempre considerata da tutti i personaggi della saga – protagonisti o antagonisti – alla stregua di una mera «sovrastruttura» politica e sociale, una costruzione ideologica che serve soltanto a sostenere l’autorità di chi siede sul trono.


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