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In che dio credevano i nostri antenati evolutivi? Intervista a Pascal Boyer

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A cura di NedCuttle21(Ulm)

In un’intervista a cura di Francesco Suman pubblicata su La Mela di Newton, l’antropologo Pascal Boyer parla dell’evoluzione delle credenze religiose, alla base delle quali ci sarebbe un denominatore comune rintracciabile nella presenza di quelli che lo studioso definisce “agenti”. Nel corso dell’intervista, Boyer spiega la differenza tra la teoria dell’effetto secondario (byproduct theory) e quella adattazionista.

Professor Boyer che cosa hanno in comune le credenze religiose in tutto il mondo e perché si diffondono così facilmente?

Che cosa hanno in comune? Innanzi tutto direi che sono estremamente diverse tra di loro, osserviamo un’alta variabilità, ma una cosa che hanno in comune è che tutte quante postulano l’esistenza di agenti. Esistono agenti che possono essere dei, spiriti o antenati. Ci sono agenti (ma possiamo chiamarli dei per semplicità) che hanno conoscenza di ciò che stiamo facendo, hanno abilità straordinarie che li rendono speciali, come per esempio i fantasmi che hanno proprietà fisiche inusuali: passano attraverso i muri. Gli dei poi sono dappertutto allo stesso istante. Un’altra caratteristica che troviamo in pressoché ogni tradizione religiosa è che questi agenti non sono semplicemente strani o speciali, hanno anche una mente che è davvero molto simile a quella umana: sono dotati di memoria, di intenzioni, desiderano cose e se le desiderano ardentemente vogliono passare attraverso le difficoltà per raggiungere i loro scopi. Queste sono proprietà che troviamo assolutamente dappertutto.

Immagine: Maxpixel


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