Nel 1974, nove anni dopo il premio Strega vinto con La macchina mondiale, Paolo Volponi pubblicò Corporale, un anti-romanzo caotico e frammentario che insegue le paranoie del protagonista, Gerolamo Aspri, ex dirigente industriale con l’ossessione della bomba atomica. Come scrive Emanuele Zinato: “in realtà la bomba è simbolo della nuova insopportabile società tecnocratica, a cui il protagonista cerca di sottrarsi”. La metafora della catastrofe imminente di Corporale diventa piena apocalisse due anni più tardi, con Il pianeta irritabile, una favola fantascientifica che racconta del viaggio impossibile di una scimmia, un’oca, un elefante e un nano che, nel 2293, investiti da un’esplosione atomica colpevole di avere spazzato il circo dove lavorano e vivono, si mettono in marcia alla ricerca di un nuovo mondo.
Continua a leggere su Medusa, la newsletter a cura di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.