L’Istituto Superiore di Sanità ha emesso il 3 novembre 2022 un comunicato stampa in cui vengono riportati gli aggiornamenti periodici dello studio Passi. In particolare sono evidenziati i dati sul consumo di sale e sulla presenza di fattori di rischio cardiovascolare, con circa il 40% delle persone intervistate che presenta più fattori di rischio cardiovascolare, compreso il consumo eccessivo di sale.
Eccedere con il sale, infatti, aumenta il rischio di patologie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa, ma anche di altre malattie cronico-degenerative, quali i tumori dell’apparato digerente, osteoporosi e malattie renali: per questa ragione l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di non superare i 5 grammi di sale al giorno, che corrispondono a circa 2 grammi di sodio, ma in Italia il consumo è ancora superiore a quanto raccomandato
I dati sul consumo di sale in Italia, anche se ancora abbastanza lontani da quanto raccomandato dall’OMS, sono in miglioramento, con circa la metà della popolazione adulta che fa attenzione al consumo di sale o che utilizza abitualmente il sale iodato.
L’uso consapevole del sale è più frequente fra le donne (61% vs 50% negli uomini), nelle persone più mature di età (raggiunge il 64% fra i 50-69enni vs 45% fra i 18-34enni), fra i residenti con cittadinanza italiana (56% vs 51% fra gli stranieri). Anche l’istruzione ha un ruolo: gli individui più istruiti, in particolare laureati, hanno un’attenzione maggiore all’impiego di sale nell’alimentazione. Nelle Regioni del Nord è maggiore l’attenzione al consumo di sale (62% vs 51% dei residenti nel Meridione).
In questa tabella sono indicati i risultati del consumo di sale divisi per regione. Per quanto riguarda il quantitativo di adulti che fanno attenzione al consumo di sale la maggior parte delle regioni hanno dei risultati pari o migliori della media italiana, con Val d’Aosta, Molise e Puglia che presentano il dato peggiore, con meno del 50% degli adulti che fanno attenzione al consumo di sale.
Meno confortanti, purtroppo, i dati relativi ai fattori di rischio cardiovascolare. In Italia gli adulti che presentano almeno un fattore di rischio cardiovascolare sono circa il 98% della popolazione. I fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari sono diversi e comprendono la sedentarietà, il fumo di sigaretta, l’ipercolesterolemia, l’obesità, l’ipertensione arteriosa.
su 100 intervistati 19 riferiscono una diagnosi di ipertensione, 19 di ipercolesterolemia, 34 sono sedentari, 25 fumatori, 43 risultano in eccesso ponderale e meno di otto persone consumano cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, come raccomandato. Inoltre, quasi il 5% degli intervistati riferisce una diagnosi di diabete. Complessivamente il 41% presenta almeno tre dei suddetti fattori di rischio cardiovascolare e solo una piccolissima quota (2%) risulta del tutto libera dall’esposizione al rischio cardiovascolare noto.
Qui la tabella con i risultati del rischio cardiovascolare divisi per regione. In particolare per quanto riguarda il dato dell’ipercolesterolemia riferita, la maggior parte delle regioni mostra dei valori più elevati della media nazionale, con la Provincia di Trento, il Veneto e la Sardegna che presentano il dato peggiore, con più del 25% degli adulti che riferisce valori eccessivi di colesterolo ematico.
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